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Tradizioni Folkloristiche
Il Ballo dei Pastori è una delle più antiche tradizioni carnevalesche siciliane e tra le più celebri in Italia. La data di origine dovrebbe risalire all’Ottocento.
La leggenda nasce da alcuni racconti popolari. Il Carnevale si festeggiava in due giornate, la domenica e il martedì e gli unici assenti alla festa erano un gruppo di pastori che non potevano lasciare incustodito il proprio gregge. Si narra che un anno i pastori furono vittime di una burla del padrone che disse loro di volerli premiare lasciandoli liberi di festeggiare il Carnevale.
Arrivati in paese, però, si resero conto che, essendo lunedì, quel giorno non si tenevano i festeggiamenti. Decisero a quel punto di divertirsi ugualmente a modo loro: andarono presso le abitazioni dei loro parenti, razziarono abiti femminili di guardaroba e armadi, indossandoli, indossarono abiti femminili, si coprirono i volti con dei veli, e al suono di un friscaletto (zufolo) si scatenarono in contradanze figurate, esibendosi in tutti gli angoli del paese.
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Ben presto tutti gli abitanti si accorsero di ciò che stava accadendo e si riversarono in strada, urlando una frase tutt’oggi utilizzata: “Arrivaru i mascarati, arrivaru i mascarati!” (sono arrivati gli uomini mascherati).
Da allora la festa del Carnevale di Sicciara ebbe un giorno in più, chiamato lu jornu di li picurara (il giorno dei pastori). Da qui il nome del ballo che si è affermato negli anni a venire come gruppo folkloristico.
Gli elementi caratterizzanti del ballo, oltre alla complessa e acrobatica tarantella che viene eseguita, sono due: i suoi musicisti, il cosiddetto gruppo dei ciancianeddi, e soprattutto i loro costumi, che qualche anno fa sono stati fotografati dal celebre fotografo internazionale Mario Testino. Si tratta di indumenti femminili, gonne lunghe, ampie, con nastrini colorati e mutandoni orlati di pizzo lunghi fino al ginocchio. Indossano calzettoni bianchi, camicette eleganti, scialli di lana, guanti neri di pelle e un cappello colorato. Legata al polso una piccola borsetta o sacchetto che contiene confetti che i Pastori distribuiscono agli spettatori. Su ambedue le gambe viene indossata la suttaula (una fettuccia di cuoio con una ventina di sonagli detti ciancianeddi, da cui il nome dei musicisti).
Nel ballo si distinguono i due ruoli, quello della dama e quello dello chevalier, il cavaliere, solitamente riconoscibile da una stola di pelliccia originariamente di pecora a tracolla, a intersecare spalle e petto.
Gli strumenti utilizzati dal gruppo musicale per accompagnare la danza, oltre ai ciancianeddi, sono la chitarra, la fisarmonica, lo zufolo, il clarinetto, il marranzano e il tamburello.
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