Ubicato appena trenta metri più a sud sul versante est del ponte di epoca romana, accanto alla via Valeria. Dell’insediamento rurale rimangono poche tracce; sicuramente un casale con luogo di riposo o di ristoro, o semplicemente una Mutaziones, per cambiare i cavalli durante il viaggio, e un mulino strategico in cui portare i cereali da rivendere nei paesi vicini.
Prima, al tempo di Augusto, era una Mutaziones, stazione per il cambio di cavalli, muli e buoi. Qui si poteva usufruire anche dei servizi di stallieri, maniscalchi ed Equarii medici, cioè veterinari specializzati nella cura dei cavalli e officine per la manutenzione dei carri, oltre che il rifornimento di viveri. Ma con certezza accanto vi era anche una osteria di campagna (Cauponae) che offriva ristoro e alloggio.
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In questi luoghi i passanti compravano o consumavano bevande fresche o vino caldo, oppure mangiavano olive, pesci in salamoia, pezzetti di carne arrosto, uccelli allo spiedo, polpi in umido, frutta, dolci e formaggio.
Qualche anno dopo trasformato in un casale, rivestiva un ruolo importante sul piano della difesa e dello sfruttamento agricolo.
Dopo l’arrivo dei berberi musulmani i mulini, i casali furono ammodernati, come anche le torri e i fortilizi, e quindi anche le terre e gli impianti idraulici presenti alla Madonna del Ponte. I Berberi, esperti agricoltori e ottimi ingegneri idraulici, riuscirono a sfruttare al meglio la terra creando benessere e lo sviluppo della vallata.
Successivamente, tra il 1180 e il 1360, nel periodo aragonese, questi casali si avviarono ad un lungo ed inesorabile declino.
Nell’insediamento rurale rimasto si notano alcuni manufatti: c’è un condotto “connuttu” ed alcuni elementi di canalizzazione delle acque.